Prestiti e Mutui: Nuovo Calo di Domande a Luglio 2012

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Barometri CRIF di Luglio 2012: dati statistici su prestiti e mutui
Domande di prestiti (personali + finalizzati) in calo del -4% e quelle di mutui ipotecari di nuovo in notevole contrazione: -44%. E’ questo quanto emerge dai dati relativi alla domanda di finanziamenti e mutui ipotecari a Luglio 2012, rispetto allo stesso mese del 2011, grazie ai rilievi statistici dei rispettivi barometri CRIF, strumenti di analisi basati sui dati EURISPES, il Sistema di Informazioni Creditizie (SIC) della Centrale RIschi Finanziari.

Alla base dei dati nuovamente negativi registrati a Luglio, come viene fatto notare dagli analisti CRIF, in riferimento ai mutui stanno la situazione relativa alla fiducia nel futuro degli italiani, ai minimi storici anche secondo quanto rileva l’Osservatorio Findomestic da qualche mese a questa parte, ma anche altri fattori quali l’aumento dei tassi di interesse sui nuovi mutui ipotecari, l’introduzione dell’IMU da parte del Governo Monti e la famigerata “stretta sul credito” operata dalle banche, che rende più difficile ottenere l’erogazione di finanziamenti in generale e di mutui in particolare.
Per quanto riguarda la contrazione dei prestiti, sia personali che finalizzati, si registra un calo generalizzato degli acquisti di beni durevoli, le cui cause principali possono essere rintracciate nella crisi economica e finanziaria in atto, che sta contribuendo ad erodere il reddito disponibile, e in un mercato del lavoro in cui aumenta la disoccupazione, soprattutto a livello giovanile. Essendoci meno soldi liquidi in circolazione, questi vengono utilizzati per spese e bisogni primari, costringendo le famiglie a rinviare l’acquisto di beni durevoli, che costituiscono la maggior parte delle richieste di credito al consumo.

Dall’analisi dell’andamento della domanda di prestiti alle famiglie, il Barometro CRIF di Luglio 2012 consente di evidenziare un calo del -4% rispetto a Luglio 2011, riferito sia ai prestiti personali che ai finanziamenti finalizzati. Situazione dunque in peggioramento rispetto ai due mesi precedenti, quanto si era registrata una variazione piatta, dopo un inizio anno caratterizzato dal segno meno, confermato anche dal dato riferito al primo semestre (-8%).
Nei primi sette mesi del 2012 il calo complessivo delle domande di prestiti rispetto all’anno precedente si è attestato al -7%, avvicinandosi al -10% del 2009, anno in cui la crisi economica in atto ha iniziato a far sentire concretamente i propri effetti.
Scendendo in maggiori particolari, si nota come il calo maggiore abbia riguardato le domande di prestiti personali, che sono risultati in contrazione del -6%, contro il -3% di quelle di finanziamenti finalizzati.




Considerato la stretta sul credito in atto e i timori di sovraindebitamento era logico aspettarsi una diminuzione degli importi richiesti, puntualmente confermato dai dati CRIF.
Infatti l’importo medio richiesto nei primi sette mesi del 2012 per prestiti finalizzati è calato a 4.995 €, rispetto ai 5.404 € del 2011. La media degli importi riguardanti i prestiti personali richiesti nel 2012 è stata invece di 11.920 €, contro i 12.317 € dell’anno precedente.
La classe di durata più richiesta nei primi 7 mesi del 2012 per i finanziamenti finalizzati è stata quella entro 1 anno (31,97%), mentre per i prestiti personali si sono preferiti rimborsi più lunghi, dal momento che la classe di durata più richiesta è risultata essere quella oltre i 5 anni (41,52%).

Peggiora anche la domanda di mutui ipotecari, che a Luglio 2012 ha fatto registrare un calo del -44% rispetto allo stesso mese del 2011, confermando quindi l’andamento registrato a Giugno (-42%).
Analizzando il trend della domanda di mutui dei primi 7 mesi del 2012, si nota come l’anno corrente sia di gran lunga il peggiore da 4 anni a questa parte, visto che la doppia cifra negativa si raggiunge solo nel considerare la variazione percentuale tra il 2012 e il 2011, che attualmente è appunto del -44%, mentre nei tre anni precedenti si era attestata al massimo al -9%, se non in territorio positivo (+4%) come nel 2009.

A cercare di spiegare parzialmente questo andamento estremamente negativo riferito ai mutui ipotecari è Enrico Lodi, Direttore Generale Credit Bureau Services di CRIF: “…negli ultimi mesi il mercato dei mutui ha risentito pesantemente anche del crollo delle surroghe e delle sostituzioni, che hanno mostrato una dinamica in forte calo rispetto al recente passato anche perché questo genere di operazioni risultano oggi poco attraenti, condizionate dal crescente aumento degli spread applicati che le ha rese, di fatto, non più vantaggiose”.
Lo stesso Lodi prova a indicare una possibile via d’uscita parziale da questa situazione estremamente difficoltosa: “…nell’immediato giocherà un ruolo fondamentale anche il prolungamento di iniziative di sostegno alle famiglie come, ad esempio, la moratoria sui debiti, recentemente prorogata”.

Analizzando nello specifico i dati del Barometro CRIF riferiti alla distribuzione delle richieste di mutui in base all’importo, come accaduto per i prestiti, nei primi 7 mesi del 2012 si nota uno spostamento verso fasce più basse rispetto all’analogo periodo del 2011, dal momento che le fasce fino a 150.000 € hanno assorbito quasi il 75% delle domande contro il 71% circa dell’anno precedente.
L’importo medio richiesto nei primi 7 mesi del 2012 è stato di 131.925 €, in ribasso rispetto ai 137.200 € del 2011.
Per quanto riguarda le fasce di durata dei piani di ammortamento dei mutui ipotecari, la distribuzione relativa ai primi 7 mesi dell’anno in corso resta sostanzialmente la stessa dell’anno passato: i mutui più richiesti sono stati quelli rimborsabili in un periodo compreso tra i 25 e i 30 anni, che assorbono oltre il 30% delle domande.

In sostanza i dati statistici del Barometro CRIF di Luglio 2012 confermano gli effetti estremamente negativi sul credito al consumo e sull’acquisto di case da parte delle famiglie italiane, sempre più preoccupate per la situazione-paese, che si presenta con alti livelli di disoccupazione, soprattutto giovanile, tasse sempre più alte, potere d’acquisto ridotto e poca fiducia nel futuro immediato.

Fonte dati statistici: http://www.crif.it

 

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